La medicina integrativa vede il paziente come un individuo con un corpo, una mente e uno spirito
TERAPIA OLISTICA
Dopo tanti anni di lavoro meccanicistico, basato prevalentemente sulla medicina tradizionale, è arrivato per me l’incontro con quella parte profonda che ognuno di noi possiede. Il medico del futuro non dovrà prescrivere più farmaci ma incuriosire, includere, interessare i suoi assistiti al benessere, un benessere che parte dalla cura del corpo e della mente, così per arrivare alle cause della malattia.
L’organizzazione mondiale della sanità ha definito il concetto generale di salute come valore essenziale: la salute è uno stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non solo l’assenza di malattie ed infermità. Il raggiungimento dello stato di salute ottimale, è un diritto umano fondamentale.
Ridefinisco questo concetto affermando che la salute è uno stato di completa armonia fra le componenti costituenti l’essere umano: la componente fisica, psichica e quella spirituale.
Questo per me è medicina integrativa, una medicina che si focalizza sulla salute e sulla guarigione piuttosto che sulla malattia e sul trattamento.
La medicina integrativa vede il paziente come un individuo con un corpo, una mente e uno spirito; essa coinvolge il paziente ed il medico nel fornire una speciale attenzione ai fattori che influiscono sulla qualità della vita come la costituzione, la dieta, l’esercizio fisico, l’attività sessuale, la qualità del riposo e del sonno, la natura del rapporto con gli altri, ma soprattutto la consapevolezza del proprio cammino evolutivo spirituale. Nel momento in cui l’individuo è in equilibrio in tutte le sue funzioni vegetative mentali e spirituali è un essere nel quale tutte le cellule hanno come obiettivo lo stato di salute.
Il rapporto medico paziente ne risulta migliorato; il paziente diventa consapevole del significato dei suoi sintomi, viene toccato nella sua profondità spirituale e ciò lo rende cosciente del suo cammino verso la ricerca della felicità e gli permette un rapporto privilegiato e profondo non solo con il proprio medico ma anche con tutta l’equipe che lavora per lui.
La scelta quindi di avvicinarmi a questa tipologia di medicina nuova è stata più forte di ogni cosa, seguire il paziente infertile valutando solo dati di laboratorio è come guardare il proprio figlio e non stringerlo mai a sé.