Per induzione dell’ovulazione, anche detta “stimolazione ovarica”, si intende il trattamento farmacologico grazie al quale è possibile ottenere la maturazione contemporanea di più follicoli in modo da avere a disposizione più ovociti idonei a essere fecondati.
La somministrazione di questi farmaci segue differenti schemi o protocolli che vengono assegnati dal medico a ciascuna paziente in base alla storia clinica e al trattamento necessario (rapporti mirati, inseminazione intrauterina, FIVET, ICSI).
I farmaci di prevalente impiego contengono come principio attivo Citrato di Clomifene e/o FSH (abbinato o meno a LH) da assumere a partire dal secondo o terzo giorno di ciclo mestruale.
L’impiego di tali farmaci può richiedere la contemporanea somministrazione di una speciale classe di farmaci detti GnRH agonisti e GNRH antagonisti utili per inibire il rilascio ipofisario delle gonadotropine (ormoni fisiologicamente deputati alla regolazione della attività ovarica), in modo da esercitare sull’ovulazione uno stretto controllo.
La scelta del farmaco, del dosaggio e del protocollo deve essere valutata caso per caso, in relazione all’età della paziente, alle sue caratteristiche ovulatorie e ai tentativi precedenti.
Monitoraggio dell’ovulazione
L’ovulazione, spontanea o indotta, viene monitorata con ecografie e dosaggi ormonali (estradiolo, progesterone, LH) da effettuarsi in giorni prestabiliti in base alle indicazioni dello specialista.
Durante questa fase il funzionamento dell’ovaio può essere giudicato insufficiente (ciclo anovulatorio, mancata risposta alla terapia assegnata) o eccessivo (eccessiva risposta alla terapia assegnata – vedi Sindrome da Iperstimolazione). Tale evenienza comporta la necessità di abbandonare il programma in corso (rapporti mirati,inseminazione intrauterina, FIVET, ICSI….) e rinviare il trattamento a un nuovo ciclo.